mercoledì 1 marzo 2017

19. Cime tempestose di Emily Brontë // #ZIAM

Titolo - Cime Tempestose
Scrittrice - Emily Brontë
C.E. (ita) - Giunti
P.D.V. - Terza Persona
Genere - Classico
Pagine - 448 

Per Heathcliff e Catherine la gioia più grande è fuggire nella brughiera e restarci tutto il giorno. Sono spiriti liberi, selvaggi, ribelli. A loro non importa delle convenzioni sociali, di cosa pensano gli altri nel vedere insieme lui, semplice stalliere, e lei, ragazza di buona famiglia. Si piacciono, si amano. Almeno fino a quando non entra in scena Edgar: bello, ricco e raffinato. È così che il cuore di Catherine si spacca: da un lato la passione divorante per Heathcliff, sua anima gemella; dall'altro l'attrazione per Edgar e le lusinghe di una vita aristocratica. Una storia senza tempo, il racconto di un amore tormentato e di un legame fortissimo, indistruttibile, così potente da sconfiggere la morte.




Ho anche rimandato anche troppo a lungo la lettura di questa meraviglia e ora che l'ho finito sono davvero estasiata, a parte il fatto di sapere che è l'unico romanzo di quest'autrice, motivo per cui sono anche dispiaciuta.

Fare la recensione di un colosso del genere non è mica facile, ma ci proverò perché mi piace esprimere le mie opinioni dove non posso nuocere a nessuno.

Una delle poche cose che la scuola mi ha insegnato è l'aridità dei suoi insegnamenti, infatti, tolto l'alone scolastico (questo romanzo però non ho potuto studiarlo al liceo per motivi tempistici, non so se dire purtroppo o per fortuna) anche i classici, i "mattoni" che come stereotipo hanno quello di essere noiosi a causa del fatto che gli studenti vengono obbligati a leggerli dagli insegnanti, sono la cosa più bella che possa esistere alla base della letteratura di ogni cultura. 
E' un po' come la bellezza della scienza contrapposta alla bellezza delle arti (questa metafora non la toglierò più dalle mie recensioni fino a che campo); intendo, la scienza, come la matematica, la fisica, la chimica etc. analizza ciò che già che nella natura, l'uomo ha il solo lo scopo di scoprirla, invece le arti quali la pittura, la scultura o la stessa letteratura, hanno il privilegio di "essere create" di sana pianta, qui non è più vero che "nulla si crea" ma solo che "nulla di distrugge e tutto si trasforma" poiché, le arti hanno la capacità di essere esplorate, maturate e sentite fino al profondo.
La stessa cosa accade un po' allo spettatore: chi è appassionato di scienza deve comunque sottostare a quello che "così com'è", magari poi va avanti va nelle ricerche e scopre cose sempre più specifiche, invece chi è appassionato di arte, ha la possibilità di introiettare ciò che vede, sente e prova in base al proprio modo di essere. 

Premetto che è il primo che leggo delle sorelle Bronte, quindi spero presto di poter fare un primo confronto con Charlotte e quindi con "Jane Eyre". (Ammetto di esserne davvero impaziente!)

Ho letto di molta gente a cui non piace questo romanzo (de gustibus non est disputandum), uno dei motivi per cui l'ho tenuto lontano per così tanto tempo, ma finalmente posso dire che non ne capisco assolutamente il perché! (di nuovo, de gustibus.) e capisco chi lo tiene caro come libro preferito.
Personalmente il primo confronto che mi viene da fare è con Jane Austen e fra questo e "Orgoglio e pregiudizio", rileggerei tremila volte questo. 
Se la memoria non mi inganna però, queste due autrici fanno parte di due periodi distinti della letteratura britannica, ovvero l' "Augustan age" per la Austen e la "Victorian age" per la Bronte, ovvero una contrapposizione fra letteratura neoclassica e letteratura romantica: tirando le somme, io ho sempre detto di preferire la seconda e questa è l'ennesima prova. (Dunque, sono ampiamente di parte.)

Ma veniamo al romanzo vero e proprio. 
Quella furbona di Emily Bronte ha escogitato una forma narrativa davvero intrigante, infatti la storia di Heathcliff e Catherine e successivamente dei loro discendenti, è raccontata dalla bambinaia/governante Nelly come narratrice esterna, che mai ho creduto di poter sentire così vicina e intima, per la sua ovvia impersonalità essendo al di fuori dei fatti veri e propri. Il secondo pretesto, che usa per far immedesimare ancora di più il lettore, è quello di inserire il personaggio del signor Lockwood, che come il lettore, ascolta la storia così come gli viene raccontata riproponendocela con la possibilità di elaborare i fatti in base alle proprie sensazioni.
Perché abbia ricevuto molte critiche nel passato non lo capisco, ma d'altronde se non fosse successo non sarebbe arrivato con così tanta fama fino a noi, anche se credo sia molto più di questo.

Il seme con cui inizia a sbrogliarsi la trama è dato dal signor Lockwood, che andando a trovare il padrone di casa a "Cime tempestose", dimora che darà il titolo all'intero romanzo, s'imbatte nella conoscenza "indiretta" di Catherine e dei piccoli frammenti della sua storia poiché, soggiornando una notte, la governante lo sistema nella sua vecchia stanza; trascorsa la notte, torna nel posto in cui abita momentaneamente e incuriosito chiede la storia a Ellen, che la racconta per tutto il romanzo. 
Il tempo della storia risulta dunque molto più ampio del tempo del romanzo: intraprende a sprazzi l'infanzia dei due protagonisti arrivando piano piano alla vita adulta, incrociando ovviamente anche altri personaggi. 

Per quanto riguarda i personaggi, essendo un classico e dunque scritto molto bene, è normale affezionarsi a tutti nonostante sia un auto-conclusivo. 
Nonostante si possa pensare che il protagonista principale sia Heathcliff, secondo me la vera protagonista è la prima Catherine (dico prima perché nella seconda parte avremo una sua discendente.), poiché è proprio lei che riempie la vita di Heathcliff che è il personaggio con più spessore nella storia, a cui tutto il resto dei personaggi si plasma (per così dire); questa catena di personaggi l'ho vista un po' come le matriosche russe.
Nonostante i loro caratteri molto difficili, in base ai punti di vista, si potrebbe pensare non abbiano avuto esattamente un lieto fine, sono riuscita a trovarmi in empatia un po' con tutti: ovviamente per capirli basti pensare sia ai tempi in cui è ambientato e sia lo stile a cui si ispira, appunto quello romantico. 
Lo stile romantico pervade sia le descrizioni dei protagonisti fra cui Heathcliff o Hareton e sia le miriadi meravigliose descrizioni della natura circostante, cose che ho molto apprezzato.
Ve li affido e spero che sappiate leggerli con accuratezza.

Non so poi se dipenda dalla traduzione, ma lo stile della Bronte è abbastanza scorrevole e non ho avuto alcuna difficoltà a tenermi a passo con la storia.

Nonostante il fatto che "l'albero pecca e il ramo riceve", i rami riusciranno in qualche modo a riscattarsi, le meravigliose seconde opportunità per chi sa come ottenerle...dunque...

...è inutile che vi dica che è consigliato perché BEH, è uno dei romanzi più famosi della letteratura mondiale e ragazzi, è CONSIGLIATISSIMO!
Se amate i classici o volete iniziare a leggerli (non ve ne pentirete assolutamente), iniziate con questo!


    

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