sabato 4 marzo 2017

Dove smascherare la "grassofobia"?

Premettiamo una cosa: siamo nell'era in cui c'è il godimento pulsionale sfrenato, anche e soprattutto nel campo dell'arte. Non c'è più distinzione fra talento e passione
Vi faccio un esempio: io dico sempre che se mi chiedessero quale talento vorrei avere al posto della scrittura (scusate la poca modestia, ma ovviamente non voglio definirmi Victor Hugo), io risponderei che questo sarebbe saper disegnare. Anche se sono bravina a ricopiare disegni facili, sono consapevole di non avere il talento del "disegno", per cui non andrei mai a iscrivermi ad una scuola per imparare a disegnare (magari lo farei fare a personaggi di "libri" scritti da me, ma mi fermo perché spoiler) perché so che non è il mio campo, al contrario preferirei iscrivermi ad un corso di "scrittura creativa" per migliorare le abilità che già ho.
Ecco la differenza sostanziale fra talento e passione: il talento è una cosa innata, è dentro di sé, che si può valorizzare ma che non si impara, la passione è qualcosa che piace, che si vorrebbe imparare e che diverte fare: scatena nel sistema nervoso la cosiddetta "serotonina", l'ormone del buonumore
Per lo stesso motivo, non ho mai capito il concetto dietro ai programmi come "Italia's got talent" in cui si presenta una caterva di gente di cui meno della metà, ha un "talento di nascita". Assodato
questo, molti non si intestardirebbero in carriere di canto, ad esempio, non proprie: ammettiamolo, ormai il pensiero di tutti è quello di andare ad una scuola di canto sentendosi nel giusto, perché si ha la prerogativa di avere nella tasca, il sogno di diventare una popstar del calibro di Britney Spears. Ciò è totalmente falso ovviamente e la maggior parte, quelli senza un bel faccino da cinema e senza un manager con i controfiocchi abile a sfornare canzonette ballabili, finiscono con l'appendere il microfono al muro per cantare nei piano bar o nei centri di volontariato, del tutto nobile ma un bel salto.
Lo ammetto, anche io quando ero più piccola con un microfono giocattolo mi mettevo a cantare girando per la stanza (dai, chi è che non lo ha fatto?!), addirittura salivo sul letto fingendo fosse un palco, con cui mi accingevo addirittura a dare la mano ai miei fans invisibili, ma ero consapevole che non sarei mai diventata cantante: lo facevo per passione, per divertimento non per talento, sono consapevole di non avere le doti canore di Beyoncé e per questo non andrei a spendere soldi inutili da un maestro di musica. Gli unici maestri di musica che ho incontrato, sono stati quelli delle scuole sia come materia curricolare, il classico flauto dolce, sia la chitarra come laboratorio; chitarra, che poi ho continuato a suonare sempre per passione e divertimento, consapevole che non sarei mai arrivata ai livelli di Carlos Santana. 
Ora potrete dirmi, ma-in-realtà-il-tuo-problema-è-mancanza-di-ambizione ed avete ragione, non sono mai stata una persona ambiziosa o in qualche modo competitiva, vanesia e consapevole delle proprie abilità sì, come da buona INFP, ma ambiziosa mai perché come sono consapevole delle mie abilità, lo sono anche dei miei limiti: non sarò mai un'Einstein, un massimo livello.
Tutto questo preambolo, che molti lo riterranno inutile, solo per allungare il brodo perché un-post-lungo-fa-figo (ovviamente scherzo) per mostrarvi cosa?
Questo video. 

Io non seguo Amici, quindi non è assolutamente mia intenzione trasferire il mio discorso su questa ballerina, non ne ho le competenze per dire se è realmente brava o sta semplicemente inseguendo un sogno, lo inserisco piuttosto nella mentalità più ampia che permette alla ballerina di essere lì.
Premettiamo un'altra cosa, credo che fra tutti i lavori, quello in TV o comunque ciò che implica il mondo lo spettacolo, come può essere il cinema o il teatro, sono fra quelli più difficili da raggiungere oltre che i più agognati, in cui si ricevono tante di quelle pedate nel c*lo che alla fine da rotondo diventa un panino sulla piastra: fanno il c*lo a strisce, insomma. Se ancora c'è qualcuno che crede, come lo si credeva negli anni '60, che lì regalano sogni, beh, avete i prosciutti sugli occhi e sarebbe l'ora che li mangiaste (giusto per entrare in tema) ehm, levaste: nessuno regala sogni senza avere qualcosa in cambio, che questo sia un profitto economico, come nella maggior parte delle volte, o sessuale nelle altre, parlando in generale ovviamente.
La Celentano è stata ampiamente criticata per il suo essere stata "cattiva", sia dall'allieva che dalla Peparini, oltre che dal pietoso pubblico alla costante ricerca del D R A M A televisivo, che gli viene servito su un piatto d'argento.
Mettiamo in conto una cosa, la Celentano non è lì come sarebbe davanti ad un computer un leone da tastiera qualunque, che fa uno screenshoot di qualcuno online e poi lo va a deridere sui social, è lì in quanto maestra, in particolar modo di danza classica. Si sa, la danza classica, più di qualsiasi altra arte, ha dei canoni estetici rigorosissimi e quando ci si approccia, già si sa che se non si ha un certo minimo numero di cm di seno, di vita e di cosce, non si potrà mai raggiungere il Teatro alla Scala di Milano, ma che la si svilupperà piuttosto come una passione, perché in una scuola di danza di paese, nessuno mai dirà che lei-non-ha-i-canoni-estetici-per-ballare, perché lì si va per divertimento, basta. 
Nonostante le buonissime intenzioni della Peparini di non voler far rimanere male la ragazza che, ci stanno, trovo molti più sintomi di "grassofobia" in lei che nella Celentano e vi spiego perché. 
Semplicemente la Celentano, essendo maestra di danza classica, ha in testa dei canoni precisi e fissi che corrispondono alle regole della danza classica (come ad esempio Anbeta Toromani, sempre da "Amici" o la più famosa, Eleonora Abbagnato) poiché è la stessa che si lamenta anche se si ha una caviglia che non rientra nei canoni (ricordando i tempi in cui ancora lo seguivo, il caso della ballerina di nome Agata), quindi giudica il corpo della ragazza in maniera oggettiva, lasciando perdere i buonismi. Anche se la ragazza non avrà come IMC un sovrappeso eccessivo ma normale, secondo i canoni della danza classica è sovrappeso pur con la pancia piatta, dato che la corporatura della danza classica è ben altra, con un vitino molto più ristretto rispetto a quello suo e delle cosce più longilinee.
Ciò non vuol dire che l'intento della Celentano era quello di offendere o trasmetterle insicurezza, era intanto un monito per abituarla al fatto che se vuoi lavorare nel mondo spettacolo, devi abituarti ai calci in c*lo (credetemi, questi moniti fanno solo bene alla salute e alla forza psicologica), oltre che quello di valutare la situazione del serale. 
Il buonismo della Peparini non fa di certo del bene perché nel dire "ma è bellissima", vuol dire che "sovrappeso" vuol dire "bruttissima" (cosa non vera, mi pare ovvio) e quindi non fa altro che catalogare il sostantivo come negativo e no semplicemente come un tipo di corporatura. Sottolinea quindi inconsciamente, che comunque la ragazza non va bene ma poverina-sta piangendo-quindi-diciamole-che-ha-il-fisico-di-Taylor-Swift anche se non è vero; non perché tutti dovremmo avere il fisico Taylor Swift, o lei sia colpevole di averlo, ma perché ognuno ha il suo fisico e punto: nessun fisico è migliore di un altro, ma per far certi lavori ci vogliono certi fisici. Vorrei proprio vedere uno che pesa 56 kili a fare il lottatore di sumo, il giorno dopo sono sicura che si ritirerebbe.
Non bisogna chiamare al lupo il pretesto dell'anoressia, come hanno fatto molti del pubblico, perché al di là di tutti gli spot pubblicitari facilotti, l'anoressia è una malattia molto più seria e non ci si ammala solo perché un'insegnante dice che sei-troppo-sovrappeso ma piuttosto, si tratta di inclinazioni mentali particolari, su cui si dovrebbe aprire un altro discorso di cui questo post non è la sede. Ma fidatevi che non è così semplice. Vi dico solo che il motivo per cui il profilo mentale di anoressica è attirato dalla danza classica è perché è un profilo in cui vige la ferrea disciplina nei confronti del proprio corpo e guarda caso, la danza classica non è altro che disciplina, anche nei confronti del proprio corpo, ma chiaro che non è la danza che causa l'anoressia.
Molliamo l'egemonia illusoria del sogno nebuloso e concentriamoci sulla vita vera.

Piuttosto quindi, dovremmo imparare a cercare la grassofobia altrove per combatterla, come ad esempio mi è capitato ultimamente di vedere nella pubblicità di un programma su RTL 102.5, di cui non ho il video purtroppo ma che posso descrivervi, per magari chiedermi allo stesso tempo quale creativo ha nella mente talmente m*rda da riuscire a inventare una roba del genere.
Praticamente nella presentazione del programma c'era un nuovo radiofonico e per presentarlo, la radiofonica diceva "si allarga la taglia", questo rispondeva "mi state dando del grasso?", questa rispondeva a sua volta "no no", come se appunto la parola "grasso" fosse un insulto sottile per giocherellare con un'altra persona, come fanno i tennisti con quella piccola pallina giallognola, con la racchetta al posto della bocca.
Vorrei capire perché "alto" o "basso" non vengono usati come insulti tanto quanto "grasso", nonostante siano TUTTI E TRE stati fisici. Non vedo l'ora che venga qualcuno a spiegarmelo.
Essendo tutti i giorni bombardati da questi messaggi sottili, tenuti in piedi come la parte di sotto mantiene la cima dell'iceberg, anche inconsciamente e di cui non consapevoli della pericolosità, questi si insinuano nella nostra mente e alla lunga, ci convincono a buttarci nelle nelle diete di poca utilità come quelle sui giornaletti di "uomini/donne in forma". Perché io-grasso-?-non-sia-mai-non-vado-dal-dietologo-ho-solo-qualche-kilo-in-più-che-smaltirò-con-due-addominali.
NON SI PARLA MAI DI CM IN PIÙ. NOTATELO. Non sarete mai messi di fronte ad uno scambio di battute così: x1 "si allunga il programma" x2: "mi stai dando dell'alto?" x1 "no no", semplicemente perché non suscita alcuna ilarità, non essendoci una mentalità di m*rda alla base. 
Dopo avervi presentato tutto questo, non posso che ridere di fronte a quelli che ancora sono convinti e osannano il fatto che "la grassofobia non esiste" ma "la bopo-cult è solo pigrizia per non prendersi cura di se stessi" e dopo, li manderei a cag*re così che si liberino pure del "kilo in più" che così tanto li disturba. 
Tutto questo perché di solito si fa riferimento alla bellezza solo con un canone estetico "magro", un magro sempre secondo ciò che piace alla gente e no un "magro" che scientificamente obiettivamente è "magro", un "magro" anche spesso grazie alla chirurgia, così da farli guadagnare sulla pelle altrui, e no naturale. Questo perché? Perché quante volte avete sentito dire "ah saresti più carina se non avessi qualche kilo di troppo" o l'opposto "saresti più carina se ingrassassi un po', sei troppo scarnita". 
Sembrano non essere mai contenti perché ogni giorno ci bombardano canoni di bellezza sempre più falsi.
Ribadisco che non intendo parlare dei casi di "obesità" o di "anoressia", che sono casi clinici importanti ma del fatto semplicemente che non ha senso la frase "qualche kilo in più" come non ha senso "taglia di troppo" etc.; ma se volete portare avanti l'illusione che avere "qualche kilo" in meno vi darà la chiave della felicità, beh, cavoli vostri perché ognuno può fare della PROPRIA vita ciò che vuole ma io vi consiglierei di preferire la realtà.
Davvero dimagrire è l'unica soluzione? 
Anche io sono passata nel periodo "kili in meno" e mentre la professoressa di Educazione Fisica ("educazione", AH-AH) mi diceva che finalmente, le faceva piacere vedermi nella "forma perfetta", io a casa stavo malissimo nonostante avessi la "forma perfetta": insomma, non avevo risolto un accidenti.
Ora non ho più la "forma perfetta", in compenso vivo nella realtà, non insulto nessuno e nemmeno me stessa, ho la consapevolezza rispetto a questo tema e comunque INDOSSO QUELLO CHE MI PARE E PIACE. 

Introdotto questo, voglio parlarvi anche di una blogger che anche attraverso il suo Instagram, condivide un sacco di messaggi positivi riguardo l'accettazione di se stessi e del proprio corpo, con cui siamo decisamente sulla stessa lunghezza d'onda!

Ovvero, se il tuo "body-positivity" include: 
- un limite di peso;
- una determinata età;
- restrizioni di genere;
- un unica tonalità di colore della pelle;
- solo alcune tipologie di corporatura;

Non è body positivity.


Ovvero che il body-positive, anche nelle condizioni di obesità o anoressia (per fare esempio di malattie rilevanti), non dice che siano giuste così ma che se le persone le hanno, di lasciarle in pace perché comunque è il loro corpo e voi non siete i dottori col diritto di dire cosa è giusto e cosa è sbagliato. 
Talmente dottori vi sentite che poi seguite pseduo-diete dimagranti ricavate su internet con due click, dei grandi esperti insomma.
Piccolo PS personale per quelli che ancora pensano che body-positive (di cui vi parlerò più specificatamente in un prossimo post) voglia dire W l'obesità
Mettiamo in conto che voglia dirlo (quando uno è testardo, testardo resta), l'obesità è una malattia, parliamo anche di "anoressia", fare una battuta su una persona obesa o anoressica per far ridere, è come farla su una persona che ha il cancro o qualsivoglia malattia difficile da superare, foste nei loro panni non riderei così allegramente; la mia inc*zzatura nei confronti della cattiveria di queste persone (perché di cattiveria si parla) mi farebbe pure venire voglia di augurare loro nove volte peggio, ma non mi piace cadere al loro livello ed essere così infima. 
Capite adesso che non si sta ridendo più solo sul fisico di una persona, piuttosto sul suo stato di sofferenza quindi la prossima volta pensateci bene, o spero almeno che comunque il karma vi ripaghi bene a dovere al posto mio. 

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